Kumbhaka II - Associazione Subacquea dal 1976

Da fonte storica di Valerio Di Blasio
Era il 1976 ed erano tutti a casa di Pieraldo Omodeo Salè. L’incontro era stato voluto da Giorgio Fraschetti e dalla moglie Angela, insieme a Valerio Di Blasio, Vittorio Pisapia, il biologo marino Franco Bianchi e i due fratelli Bologna che, a margine di una chiacchierata piena di entusiasmo, decidono di fondare un circolo subacqueo chiamato: KUMBHAKA ( in sintesi: interruzione momentanea del respiro)

Nel Maggio del 1978 il Circolo KUMBHAKA perde il suo presidente, Giorgio Fraschetti, allo Scoglio del Corvo presso l’isola del Giglio. Giorgio muore per un malore su un fondo di 30 metri circa con in dosso uno dei primi G.A.V. di tipo anulare. Lì verrà posta dagli amici, una targa in suo ricordo alla profondità di 27mt.
Questo evento ed altre motivazioni avanzate da alcuni soci , crearono qualche perplessità e scompiglio nei ruoli e nelle finalità originali del circolo. Franco era preoccupato per questo e volle discuterne in piscina con Valerio e Vittorio alla fine dell’anno. C’era bisogno di riorganizzare il tutto prendendo in mano la situazione. Stimolati dall’incontro con Franco Bianchi, pensarono bene di farlo loro e, insieme a Mario, rimasero a discutere fino alle 3.30 di mattina a bordo di una Renault 12 TS di colore acqua marina, i dettagli di tale rivoluzione.
Era il 1979 quando Vittorio Pisapia, Valerio Di Blasio, Pier Giorgio Valori, Ermanno Negri, Enrico Gualatrucci, Mauro Guerra, Mauro Fornacini, Mario Napoleone, Giancarlo Salvati, Ermanno Negri, Ernesto Della Morte, Tonino Maiorani, Maurizio De Simone, Bruno De Santis ed altri soci storici, rifondarono il circolo che si trasformò in: KUMBHAKA II

Da quegli anni ne è passato di tempo, gente che è andata via e sparita, altri sono tornati con qualche anno e figlio in più, l’entusiasmo di “andiamo”allora si è trasformato in un responsabile “vengo appena posso” perché l’amore verso il Mare e il sentirsi completamente liberi là sotto è l’elemento che in noi rimarrà sempre e che forse continueremo a condividere, magari a distanza, magari con discontinuità, magari solo nel ricordo o solo nella speranza, ma è qualcosa che non perderemo mai perché quest’esperienza ci ha timbrato la vita!